La Guida Turistica dell’Serbia
Serbia è uno stato dei Balcani nel sud-est dell’Europa che confina con Ungheria, Romania, Bulgaria, Macedonia del Nord, l’Kosovo, Montenegro, Bosnia ed Erzegovina e Croazia.
Da sapere
La Repubblica di Serbia ha come capitale Belgrado mentre le altre principali città con più di 100.000 abitanti, concentrate in Serbia centrale e Voivodina, sono Novi Sad, Nis, Kragujevac e Subotica.
La Serbia è un paese membro delle Nazioni Unite, del Consiglio d’Europa е dell’Organizzazione della Cooperazione Economica del Mar Nero; è ufficialmente candidato per l’adesione al’Unione europea all.
Dal Fondo Monetario Internazionale è considerata un paese dallo sviluppo medio-alto con un’economia in crescita.
Cenni geografici
È un paese senza sbocco sul mare, costituito a nord da una vasta pianura alluvionale attraversata da alcuni affluenti del Danubio quali la Sava e Morava, dove si trovano poche modeste aree di rilievi, e verso sud da colline e da qualche rilievo di altitudine compresa fra i 1000 e i 1500 m., dove il massiccio più importante è quello di Kopaonik, nell’omonimo parco nazionale al centro-sud della Serbia, nella zona fra Kraljevo, Krusavac e Novi Pazar, nota località anche sciistica. I laghi sono per lo più artificiali, quelli naturali sono pochi e relativamente piccoli, tra cui il lago Palic a nord vicino alla città di Subotica; il principale lago artificiale è il Dervap verso il confine con la Romania.
Quando andare
Il clima a settentrione è di tipo continentale, con inverni freddi ed estati calde e umide, a meridione e nella parte sud-occidentale è prevalentemente caldo e secco in estate e autunno e relativamente freddo e ricco di precipitazioni nevose in inverno.
Cenni storici
Per molto tempo i Serbi vissero divisi nei due patriarcali principati di Raška e Zeta. Nel 1170, Stefan Nemanja, grande zupano di Raška, che aveva preso il potere nel 1166 dopo la battaglia di Zvečan (Kosovo), detronizzando ed esiliando i fratelli rivali, riuscì ad estendere il suo dominio sulle tribù serbe e sulla regione di Zeta (l’attuale Montenegro). All’epoca del passaggio della terza crociata, capeggiata da Federico Barbarossa, Stefan Nemanja tentò di assicurarsi l’appoggio dei crociati; si incontrò perfino con il Barbarossa a Niš, nel 1189, e poi di nuovo l’anno seguente, ottenendo dall’imperatore di Bisanzio, Isacco II Angelo, il riconoscimento dell’indipendenza della Serbia.
Con la sconfitta avvenuta il 15 giugno 1389, quando il principe ottomano Murad I sbaragliò l’esercito cristiano guidato dal principe serbo Stefan Lazar Hrebeljanović chiamato anche Knez Lazar, nella storica battaglia della Piana dei Merli (odierna Kosovo Polje), ed i successivi scontri nel nord del Paese, per la Serbia iniziò un lungo periodo di dominazione ottomana (1459-1804). Le terre dei serbi diventarono proprietà del sultano che le trasformò in feudi militari ereditari o attribuiti a vita a funzionari turchi.
La Serbia, con l’inizio del XIX secolo, sostenuta anche dall’Impero russo, cercò di aumentare la sua autonomia rispetto all’Impero Ottomano strutturandosi nel semi-indipendente Principato di Serbia (1815) che si caratterizzò con una lotta interna fra le due dinastie più potenti del Paese, gli Obrenović e i Karađorđević. Nel 1878 il congresso di Berlino riconobbe l’indipendenza della Serbia e del vicino Montenegro.
All’indomani del congresso di Berlino, in cui venne ufficialmente riconosciuta come Stato sovrano, la Serbia rimaneva un piccolo paese con poco più di 50.000 km quadrati, con strutture arcaiche e una popolazione di poco inferiore ai 2 milioni di abitanti. I due Stati parteciparono alle guerre balcaniche (1912-1913) contro Turchia prima e Bulgaria poi, uscendone rafforzati e ampliati territorialmente. Il progetto di una possibile unificazione dei due Regni fu bloccato però dall’Austria-Ungheria.
Il 28 giugno del 1914 un giovane serbo-bosniaco di nome Gavrilo Princip, sospettato di appartenere alle schiere dell’organizzazione chiamata Crna ruka (“mano nera”), assassinò l’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo.
Dopo la conclusione della prima guerra mondiale, la Serbia, che era stata impegnata in guerra dalla fine del luglio 1914 e aveva subito perdite umane pari a quelli delle potenze occidentali, uscì grazie all’acquisizione della Vojvodina ingrandita dal conflitto e dalla Conferenza di pace di Parigi del 1919, diventando parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, che dal 1929 divenne Regno di Jugoslavia sotto la dinastia dei Karađorđević.
Durante la seconda guerra mondiale, a seguito dello smembramento del Regno di Jugoslavia, la Serbia divenne uno Stato fantoccio della Germania nazista, affidato da Hitler al generale Milan Nedić, lo stesso che nel 1918 fece firmare la resa agli Imperi Centrali, in modo simile al generale Pétain in Francia, ed al nazista serbo Dimitrije Ljotić. Il Governo filonazista di Nedić collaborò pienamente con la Germania sino alla liberazione congiunta della capitale da parte dell’Armata Rossa e dei partigiani jugoslavi nell’ottobre 1944.
Dopo la Seconda guerra mondiale, la Serbia è diventata una delle sei Repubbliche della Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia (1945-1991), guidata per un lungo periodo dal maresciallo Josip Broz, noto come Tito. Le altre repubbliche erano Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Macedonia. Il Kosovo, riconosciuto ora come stato indipendente da una parte della comunità internazionale, non aveva lo status di repubblica nella federazione jugoslava, era bensì una provincia autonoma all’interno della Repubblica Socialista di Serbia.
Nel 1990 dopo il referendum costituzionale la Serbia assunse la denominazione di Repubblica di Serbia che mantenne anche nel 1992, quando, in seguito alla ormai definitiva disgregazione della Jugoslavia di Tito e allo scoppio delle guerre jugoslave, insieme al Montenegro diede vita a un nuovo stato federale che prese il nome di Repubblica Federale di Jugoslavia (1992-2003) che a sua volta dal 2003 avrebbe preso il nome di Unione Statale di Serbia e Montenegro dopo che nel 2002 il governo federale della SRJ ebbe approvato una ristrutturazione della federazione nel tentativo di scongiurare l’indipendenza del Montenegro.
La ristrutturazione della federazione non diede i risultati sperati. Dopo questo ennesimo fallimento, nel 2006 il governo montenegrino decise di indire un referendum per l’indipendenza a seguito del quale la federazione venne sciolta consensualmente.
Ufficialmente è costituita da tre territori, etnicamente molto diverse: la Serbia Centrale, la Voivodina e Metohia, autoproclamatasi indipendente nel 2008 e attualmente sotto protettorato ONU.
Lingue parlate
La lingua ufficiale è il Serbo, con minoranze ungheresi nella Vojvodina
Cultura e tradizioni
Il gruppo etnico predominante in Serbia è quello serbo, e la lingua ufficiale è quella serba (l’alfabeto usato è quello cirillico, sebbene il latino sia molto diffuso).
Il Paese è una delle nazioni europee più variegate dal punto di vista religioso, essendo punto di incontro tra chiesa ortodossa, cattolicesimo e Islam, con differenze marcate da regione a regione. La parte settentrionale è ad esclusiva maggioranza ortodossa mentre nel sud a Novi Pazar c’è una forte presenza di credenti all’islam.